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NFTs: royalties e monetizzazione

Introduzione

Gli autori di NFTs possono ottenere una monetizzazione non solo attraverso la loro vendita ma anche grazie alle royalties che possono ricevere anche in corrispondenza delle successive vendite. Una royalty è il diritto del titolare di un brevetto o di una proprietà intellettuale ad ottenere il versamento di una somma di denaro da parte di chiunque effettui lo sfruttamento di tale bene per fini commerciali.

Quando un NFT viene venduto e la transazione viene verificata sulla blockchain, il nuovo proprietario ha la prova digitale dell’acquisto. Questo però non significa che possieda il copyright di quel bene, ma solo la proprietà della versione NFT di esso, che è verificata e che può essere in seguito da lui venduta. La blockchain verifica la transazione che agisce come una ricevuta digitale che convalida la proprietà dell’NFT ma il creatore originale dell’NFT è permanente. Nel caso di opere d’arte fisiche, gli artisti ricevono il pagamento normalmente nel momento in cui vendono l’oggetto, mentre vendere un NFT è diverso, infatti, ogni volta che un NFT viene rivenduto l’autore originale potrebbe impostare un pagamento di royalty, ovvero una parte del profitto: potenzialmente si potrebbe guadagnare di più con le royalties rispetto all’incasso iniziale dell’NFT.

Royalties e marketplaces

Nel caso di opere d’arte e pezzi musicali, gli artisti hanno dunque il vantaggio di poter ricevere le royalties su ogni vendita successiva alla prima, quelle che alimentano il cosiddetto “mercato secondario” grazie alla tecnologia blockchain che ne permette la sicura tracciabilità e all’utilizzo di smart contracts che consentono loro di vedersi accreditata, in maniera automatica e immediata, una quota del prezzo di vendita.

I contratti intelligenti dei marketplace garantiscono quindi la distribuzione di fondi per il pagamento delle royalties al creatore ogni volta che l’opera viene rivenduta. Tuttavia, c’è una complicazione riguardo agli NFTs e alle loro royalties: i pagamenti automatici delle royalties di rivendita potrebbero non verificarsi se l’NFT  viene rivenduto, magari anche a un prezzo di molto più elevato, attraverso un marketplace diverso da quello di partenza.

Lo standard ERC-721 che ha portato al boom del mercato degli NFTs è ora in fase di revisione proprio per consentire un metodo più efficace per il pagamento delle royalties che non dipenda dalla piattaforma che conia e vende gli NFT perchè il sistema attuale si basa sul ruolo determinante dei marketplace nell’aggregare il mercato e dettarne le regole, prima di tutto a loro favore.

Di seguito alcuni esempi di marketplaces e la loro modalità di gestione delle royalty.

Zora

Zora è una nuova piattaforma NFT che sta cercando di cambiare questo sistema e garantire meglio il diritto d’autore. Ogni artista che conia NFT sulla piattaforma può impostare una “quota del creatore” che è una percentuale che riceverà per tutte le vendite future. Inoltre, poiché queste quote del creatore sono pagate automaticamente con contratti intelligenti e verificabili su Ethereum, il creatore non deve mai preoccuparsi di rintracciarle in quanto le royaltes vengono direttamente pagate al suo indirizzo Ethereum originale con cui ha coniato l’NFT. Attualmente però il metodo che Zora usa per pagare le quote dei creatori non è ancora riproducibile su altri marketplaces e la percentuale della quota del creatore viene pagata solo se la vendita secondaria avviene anche su Zora.

Eulerbeats

L’Euler Record è un set in edizione limitata di arte e musica basate su NFTs. Lo smart contract EulerBeats estende lo standard multi-token ERC-1155 Ethereum per creare token originali unici non fungibili e un insieme di token di stampa fungibili per ogni originale. Le stampe EulerBeats rientrano in due categorie: Genesis (27 NFT) ed Enigma (27 NFT) che rappresentano due lati di un disco con 27 pezzi di musica generati algoritmicamente.  Questi sono chiamati “stampe originali” e prendono la forma di ERC-1155 NFT. Entrambe le versioni condividono una base matematica comune, ma differiscono nell’arte, nella musica e nelle strutture di bonding curve (ogni NFT originale ha un set limitato di stampe con uno specifico prezzo su una bonding curve). Le stampe in token fungibili di ogni pezzo non sono illimitate: ce ne sono solo 119 nella serie Genesis e 160 in Enigma.

Con ogni vendita di stampa, il proprietario della stampa originale riceve automaticamente una royalty dell’8% attraverso il contratto intelligente e ottiene anche la proprietà dei pieni diritti commerciali. Ma la tassa di royalty è la ragione principale per cui gli originali sono visti come così preziosi: essi danno al proprietario una fonte di reddito che aumenta con ogni nuovo acquisto di stampa.

Open sea, Rarible e Foundation

OpenSea e Rarible sono marketplaces che aggregano la maggior parte degli NFTs creati sulla blockchain di Ethereum. Quando ad esempio viene coniato un NFT sul marketplace Foundation, esso viene automaticamente visualizzato su OpenSea e Rarible. Su questi marketplaces i collezionisti possono fare offerte aperte sugli NFTs coniati, come creatori o collezionisti. Si può decidere di accettare un’offerta su OpenSea o Rarible, ma bisogna tener presente che se si accetta un’offerta su quei marketplaces l’ NFT acquistato non verrà più visualizzato su Foundation. Gli NFT coniati su Foundation ricevono una royalty del 10% ogni volta che un pezzo viene rivenduto ed essa sarà inviata direttamente al portafoglio che ha coniato l’NFT. Questo perchè Foundation ha un accordo con OpenSea e Rarible per cui tutte le vendite sul mercato secondario riceveranno il 10% di royalty se l’opera viene rivenduta anche sulle altre due piattaforme.

Binance

Per celebrare il lancio del Binance NFT Marketplace a giugno 2021, Binance ha chiamato a raccolta tutti gli artisti e i creatori per partecipare all’esclusivo Binance NFT: Innovative Creators Program in cui sono state coniate le loro opere d’arte in NFT per poi farle apparire sul Binance NFT Marketplace nel primo mese del suo lancio.

Come innovative creator di Binance, si ottiene l’esclusività di elencare le proprie opere d’arte nel primo mese dopo il lancio del Binance NFT Marketplace. Con posti limitati, questo permette agli artisti emergenti e non solo di mettere in vetrina le loro opere davanti ai collezionisti NFT. Inoltre, Binance addebiterà solo una tassa di transazione dell’1%, e gli artisti riceveranno il 99% del profitto per la prima vendita dei loro NFTs, così come un pagamento dell’1% di royalty da ogni successivo scambio di NFT.

Conclusioni

Il sistema delle royalties degli NFTs risulta cruciale per l’acquisto e la vendita degli NFTs da parte di artisti e creatori che sono interessati a tokenizzare i propri oggetti. Il fatto che ancora vi siano delle limitazioni nella gestione delle royalty a discrezione dei marketplaces può indurre i potenziali investitori a desistere dall’idea di tokenizzare le proprie opere, dunque, anche gli stessi marketplaces stanno cercando di sviluppare una gestione che garantisca maggior tutela e sicurezza.  Zach Burks e James Morgan hanno scritto una “Ethereum Improvement Proposal” o EIP-2981 per creare un ERC-721 Royalty Standard. La motivazione principale è appunto quella di creare uno standard NFT modificato in modo che gli NFTs creati, acquistati o venduti su un marketplace continuino a pagare le royalties indipendentemente dal marketplace successivo in cui vengono venduti. Con questo standard proposto, sarebbe possibile per l’artista impostare un importo di royalty che può essere pagato al creatore su qualsiasi marketplace che implementa questi token, riconoscendogli in ogni caso il suo diritto d’autore.

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