Introduzione
Il web, dalla sua concezione alla fine degli anni ’80, ha avuto un enorme impatto sul nostro modo di ricercare informazioni, di vivere, di comunicare. Il web ha vissuto una notevole evoluzione che lo ha portato da sistema per rendere accessibili le informazioni ad un sistema dove gli utenti possono anche possedere e commerciare i beni digitali che pubblicano.
Web 1.0 – il web di sola lettura
L’inizio del Web, ora conosciuto come ‘Web 1.0’, è avvenuto nei primi anni ’90. In quei tempi il Web era principalmente costituito da siti statici di proprietà di aziende che creavano il contenuto dei loro siti. Gli utenti raramente producevano contenuti. Per questo divenne noto come il web di sola lettura.
Web 2.0 – il web di lettura-scrittura
Il periodo del Web 2.0 è iniziato nel 2004 con l’emergere delle piattaforme di social media. Queste piattaforme erano per loro natura di lettura-scrittura. Invece di fornire contenuti agli utenti, le aziende cominciarono quindi a fornire piattaforme per condividere contenuti generati dagli utenti stessi. Le piattaforme favorivano poi le interazioni tra utenti.
Con l’aumento delle persone online, alcune grandi aziende hanno iniziato a controllare una quantità sproporzionata del traffico e del valore generato sul web. Il web 2.0 ha anche fatto nascere il modello di reddito basato sulla pubblicità. Mentre però gli utenti potevano creare contenuti, non li possedevano, né beneficiavano della loro monetizzazione.
Il Web 3.0 – il web read-write-own
Il Web 3.0 è la soluzione per un problema che molti dei primi fruitori di criptovalute sentivano: internet richiedeva troppa fiducia. Cioè, la maggior parte del web che le persone conoscono oggi si basa sulla fiducia in un gruppo di aziende private che controllano le risorse dei loro utenti. Con il Web 3.0, detto anche Web3, si introduce la possibilità di svincolarsi da questo sistema e possedere direttamente le proprie risorse.
Il ruolo della blockchain
Il Web 3 è basato sulla blockchain e la distributed ledger technology (DLT), cioè l’infrastruttura decentralizzata alla base delle criptovalute e del mondo crypto in generale.
Con il tempo, Web3 è diventato un termine generico per la visione di una nuova e migliore internet. Web3 è basato su blockchain e con criptovalute e NFT restituisce il potere agli utenti consentendo forme di proprietà.
Principi del Web3
Alcuni principi fondamentali sono alla base del Web3:
- Decentralizzazione: la rete è costituita da macchine possedute da numerosi utenti e organizzazione senza affidarsi ad una singola azienda.
- Fiducia: non richiede di riporre fiducia in aziende, ma opera usando incentivi e meccanismi economici.
- Proprietà: Web3 consente la proprietà diretta delle proprie risorse digitali attraverso i token non fungibili (NFT). La proprietà e il controllo sono quindi decentralizzati. Utenti e costruttori possono possedere pezzi di servizi internet possedendo token, sia non fungibili (NFT) che fungibili.
- Resistenza alla censura: su Web3, i dati vivono sulla blockchain. Quando un utente decide di lasciare una piattaforma, le sue risorse e la sua reputazione possono essere spostate su un’altra piattaforma ad un’altra se l’utente lo decide per proprio interesse o perchè non si apprezza il modo di operare della piattaforma.
- Identità: Web3 consente di avere un unico login attraverso le piattaforme sicuro, resistente alla censura e anonimo.
- Pagamenti nativi: l’infrastruttura di pagamento di Web2 si basa su banche e processori di pagamento, escludendo le persone senza conti bancari o coloro che per caso vivono entro i confini del paese sbagliato. Web3 consente pagamenti nativi utilizzando criptovalute che possono essere ricevute e inviate da chiunque senza passare da intermediari.
Limitazioni del Web3
Il Web3 ha anche però delle limitazioni, nella sua forma attuale. Soprattutto a livello di accessibilità, user experience e di formazione degli utenti.
La barriera tecnica per entrare nell’uso di Web3 è attualmente troppo alta. Così come vengono introdotti nuovi paradigmi che richiedono l’apprendimento di modelli mentali diversi da quelli usati nel Web2.0. Infine, il costo delle transazioni è ancora alto per potenziali utenti.
Conclusioni
Web3 è un ecosistema giovane e in evoluzione. Solo nell’ultimo anno c’è stata una notevole impennata nell’interesse per le criptovalute. Miglioramenti alle soluzioni, massicci esperimenti con nuove forme di governance e rivoluzioni nell’identità digitale.
I token danno agli utenti i diritti di proprietà: la capacità di possedere un pezzo di internet.
Gli NFT danno agli utenti la possibilità di possedere oggetti, che possono essere arte, foto, codice, musica, testo, oggetti di gioco, credenziali, diritti di governance, pass di accesso, e qualsiasi altro oggetto o servizio digitale.
Siamo solo all’inizio della creazione di un internet migliore con Web3, ma continuando a migliorare l’infrastruttura che lo supporterà, il futuro del Web sembra luminoso.